Nick e il Glimmung by Philip K. Dick

Nick e il Glimmung by Philip K. Dick

autore:Philip K. Dick [Dick, Philip K.]
La lingua: ita
Format: epub
ISBN: 978-88-347-2186-5
editore: Fanucci
pubblicato: 2012-12-31T21:00:00+00:00


9

Il Papà-fungo era quasi pronto: ancora pochi giorni, e avrebbe raggiunto la piena maturità. Per adesso era una larva bianca, molliccia e carnosa. Ma il sole del giorno l'avrebbe asciugato e riscaldato. Avrebbe indurito il suo guscio. L'avrebbe ben presto trasformato in un essere nero e forte, facendolo uscire dal suo bozzolo, e un giorno…

Dietro il Papà-fungo c'erano alcune altre larve polpose, minuscole e deposte di recente. Appena nate, in pratica.

Stordito da quella visione, Nick cominciò ad allontanarsi.

Brancolava debolmente nella penombra, cercando qualcosa a cui appoggiarsi: la testa gli girava per lo spavento. Si allontanò di pochi passi dal Papà-fungo e dalle altre larve… e poi vide qualcos'altro.

Qualcosa che andava oltre ogni possibile immaginazione.

Un'altra larva, ma già scura. Le ragnatele, la morbidezza polposa, l'umidità, tutto sparito. Era pronta.

La vide muoversi un poco, agitare adagio le braccia… Incredibile!

Un Nick-fungo!

«La cena è pronta» chiamò intanto la mamma dall'interno della casa. «Va' a chiamare tuo padre, Nick, e digli di lavarsi le mani. La stessa cosa vale per te, giovanotto.»

Gli arrivava alle narici l'odore del cibo: il loro primo pasto sul Pianeta dell'Aratro.

Si avviò verso casa, trovò la cucina ed entrò. La tavola era apparecchiata di tutto punto, e la mamma stava posando sulla tovaglia un timballo fumante e profumato.

«Qualcosa non va, Nick?» gli chiese, non appena lo vide.

«Una cosa che devo dire a papà» mormorò lui, ancora stravolto e intorpidito dalla paura.

«Pete!» chiamò la madre, con voce improvvisamente ansiosa. «Vieni subito! Nick sembra davvero spaventato. Puoi finire di sbarbarti dopo cena.»

Suo padre, forte e bello e allarmatissimo, entrò in cucina a grandi passi.

«Che succede, Nick?» domandò, vedendo la faccia stralunata del figlio.

«Fuori casa… Vieni, ti faccio vedere…»

Nick l'accompagnò in cortile, nel buio della notte, pilotandolo fino al punto dove cresceva quella specie di bambù… con dentro la sua colonia di larve a vari stadi.

Dopo averle esaminate a lungo, il padre disse: «Queste piante sono terribilmente pericolose.»

«Lo so, papà.»

«È un bene che tu le abbia trovate in tempo. Altri pochi giorni, e…»

«Possiamo ucciderle?»

«Non vedo perché no» disse il padre. Continuò a fissare i Papà-funghi ancora informi. «Se non li avessi scoperti, presto sarei stato sostituito…» mormorò «da uno di quelli.»

«E anch'io» disse Nick.

«Certo, la tua larva è praticamente finita. E ti assomiglia moltissimo.» La voce del padre ebbe un fremito. «È esattamente uguale a te.»

La madre si affacciò sul portico di casa.

«Che succede, Pete?» chiamò ansiosamente.

«Posso vedere anch'io?»

«No, Hellen. Torna pure dentro.» Si rivolse a Nick: «Se solo avessimo un po' di benzina, potremmo bruciare il cespuglio e tutte le sue larve.»

«Forse sono già abbastanza asciutte per…» cominciò Nick, e poi s'interruppe, inorridito.

L'ultimo strato di ragnatele si stava sfaldando, e il Nick-fungo accennava a muoversi, oscillando qua e là. Poi si staccò dalla base su cui era cresciuto e fece qualche passo, traballando. Cominciò a dimenarsi, incerto, la bocca che si apriva e si chiudeva; e alla fine si protese verso Nick.

Il padre lo agguantò per un braccio e lo tirò indietro, allontanandolo.

«C'è il telefono in casa» disse. «Coniamo dentro e spranghiamo bene la porta, e poi io chiamo la polizia locale.



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